TUTTO SUL WEST HINGLAND

ORIGINI  E STORIA
Quando si pensa al West Highland White Terrier , quasi automaticamente viene in mente anche lo Scottish Terrier: colpa della celeberrima etichetta della bottiglia di whisky. In realtà, westie e scottish hanno ben poco in comune, mentre c’è una strettissima parentela tra West Highland White Terrier e Cairn Terrier (lo si capisce anche solo guardandoli).
Entrambe le  razze sono nate in Scozia ed entrambe discendono da un altro terrier, lo Skye, di cui  rappresentavano inizialmente la varietà a pelo corto.
In Scozia lo Skye terrier è sempre stato molto amato, anche perché era il cane preferito della regina Vittoria: ed era apprezzata anche la varietà  che fino al 1909 si chiamò proprio  “Skye Terrier a pelo corto”.
In Scozia le zone di confine vengono delimitate da pile di pietre, chiamate “cairn” in lingua gaelica, che rappresentano un ottimo nascondiglio per volpi e tassi.
I selvatici si intanano profondamente negli anfratti, e non è facile scovarli: ma i piccoli terrier  si rivelarono bravissimi in questo compito, stanando gli animali e costringendoli a uscire allo scoperto, dove li attendevano i cacciatori. Così, all’inizio del ‘900, lo Skye a pelo corto diventò “Cairn terrier”, prendendo il nome delle pietraie che rappresentavano il suo terreno di caccia.
Quanto agli attuali West Highland…all’inizio si trattava semplicemente di  Cairn considerati “difettosi”  perché nascevano col pelo bianco!  Considerati (erroneamente) albini, in tempi in cui di genetica si masticava ben poco, per molti anni i poveri cuccioli “sbiaditi” vennero soppressi alla nascita: per fortuna, però (sempre che di fortuna si possa chiamare…) il colonnello Malcolm, noto cinofilo e cacciatore  scoz-zese, un brutto giorno sparò per errore al suo cane preferito, un terrier rossiccio, che scambiò per una volpe.
Sconvolto dalla disgrazia, il colonnello decise che i Terrier da tana dovevano avere il pelo chiaro…e nel suo allevamento le sorti dei cuccioli bianchi si ribaltarono: adesso erano loro gli unici a sopravvivere e ad essere selezionati con la massima cura.
Inizialmente questi cani vennero chiamati “Linty”, e cioè “color lino”, oppure “Poltaloch” (che era il nome della tenuta di Malcolm). In seguito, però, vennero incrociati con il Sealyham Terrier per fissare sempre di più il colore bianco: e nel 1905 vennero riconosciuti con il nome di West Highland White Terrier.
Dal 1924 il bianco divenne l’unico colore ammesso. Negli anni successivi il colore  del Westie lo fece preferire sempre più come  cane da compagnia, mentre il Cairn rimase un cane più “rustico”, compagno ideale dei cacciatori ma lontanissimo dalla diffusione che ottenne invece il “cugino”, specie da quando venne un auge la bellissima toelettatura “a palla di neve”.

A CHI SI ADDICE UN WESTIE
Piccole dimensioni e carattere giocoso non devono far pensare che questo sia un “cane per tutti”: il cane per tutti non esiste.
Certamente, però, il Westie è un cane per molti!
Non ci sono limiti di età, visto che lui si adatta benissimo a diversi stili di vita, dal più sportivo a quello abbastanza sedentario (però, ribadiamo, rispettate anche le sue esigenze e non prendetelo come da cane “esclusivamente” da divano); non ci sono problemi di spazio; non ci sono neanche problemi di pelo, perché essendo a pelo duro non va in muta e quindi non “semina” pelo per casa (però va strippato regolarmente).  A meno che non vogliate un soggetto da esposizione, nel qual caso la toelettatura sarà piuttosto impegnativa, il mantello è facile da gestire.
Personalmente lo ritengo davvero adatto  a un’ infinità di persone: escluderei solo i fanatici del cane-robot (i terrier non sono propriamente docilissimi, anche se questo è uno dei meno “capoccioni”), quelli che  pensano di usarlo come cane-giocattolo per i bambini, di cui ho già detto tutto…ma anche quelli per cui “cane da compagnia” è sinonimo di “bambolotto peloso da coccolare e stropicciare dal mattino alla sera” (ovvero quelli che il giocattolo lo vogliono per sè, anche se non sono per niente bambini).
Queste sono le persone che finiscono per rovinare irrimediabilmente il cane e che si ritrovano con Westie abbaioni, ringhiosi, paurosi o mordaci, rovinando anche l’immagine della razza.
Se per caso avete incontrato un cane così, ricordate che quello “non” è il Westie, ma è solo il risultato di una pessima gestione e/o di un pessimo rapporto cane-padrone.
Il “vero” Westie è un concentrato (contagioso!) di felicità e allegria: andate da un buon allevatore (o da  un proprietario in gamba)…e vedrete che differenza!